venerdì 7 dicembre 2018

Che cos'è un legamento... perchè non va fatto.

Sei invitato/a in una casa.
Ti viene aperta la porta da qualcuno.
Dentro c'è un passerotto che tenta disperatamente di uscire.
Sfugge dalle mani, si nasconde, sbatte da una parete all'altra.
Ti si chiede di non farlo uscire, e aiutare a rimetterlo in una gabbia.
Tu lo inizi a fare.
Il passerotto trova comunque una via per uscire.
Ma tu lo fermi con qualcosa che lui non vede e non sa gestire. Non sa.
Lo riporti nella casa.
Chiudi la porta e te ne vai.

Questa è la descrizione di cosa fa una persona che esegue un legamento d'amore.
Chi lo chiede, è quello che apre la porta per fare ciò.
Il passerotto è l'altra persona.

Potete metterci tutti gli angioletti che volete.
Il contenuto non cambia.

1. Non è lontanamente un atto d'amore. L'amore... è libertà. 
2. Non esiste un prezzo in soldi... per un "legamento senza karma" (controsenso nella definizione). L'azione compiuta non si sconta in soldi, ma in qualcosa di equivalente, ossia uno stato di prigionia.

- Quindi chi vi parla di legamenti d'amore senza karma, vi sta prendendo in giro.
- Chi vi parla di legamenti d'amore che non fanno del male a nessuno, idem. 

E' un danno importante nel percorso evolutivo di un essere umano... è una sfida che mettete sul suo cammino... per la quale però gli strumenti poi, se state commissionando non avete ne voi, ne l'altra persona, per cui, non la potrete neanche aiutare e vi autocondannate a soffrire in due. 


mercoledì 5 dicembre 2018

Il vero ciclo di maledizioni.

Quello che scriverò in questo post, è semplice risultato di una ricerca interiore.
Una visione che si è aperta di fronte ai miei occhi, di notte.
Una delle tante, forse la prima che condivido apertamente con chi capiterà su questo scritto, più o meno casualmente.
Può essere vera o falsa secondo le varie scuole di pensiero e scienze, non è più un qualcosa che mi interessa.
E' solo quello che ho visto, e udito.
A ogni mente la libera scelta di accogliere o scartare.

Un giorno, camminando all'interno di una stazione, mi attraversò la mente l'immagine di un barattolo di vetro. Uno per ogni persona, me compresa, ovviamente.
Le pareti si appannavano periodicamente, respirando, e dopo un po' erano da pulire, con una tecnica o un'altra, un po' come per le pubblicità dei detersivi. L'aria dentro il barattolo tendeva ad essere sempre più sporca, riciclata, per quanto variassero gli strumenti, per quanto fossi capace di distruggere e creare realtà di vita nuove. Mi spostavo fisicamente da un posto all'altro, cambiavo abitudini, opinioni, azioni. Ogni volta ero convinta di aver distrutto il barattolo, con moti anticonvenzionali, folli. Iniziavo a respirare, l'aria sembrava pulita, ma dopo un po' notavo che qualcosa si appannava ancora.
Ero ancora dentro il barattolo.
Non esisteva scienza, per quanto fossero meravigliose, efficaci nei loro settori, quelle che avevo appreso, che avesse realmente distrutto il barattolo.
Era sempre lì.

Decisi allora, una volta tornata a casa, verso sera, di servirmi di una di queste arti, per domandare ancora una volta la verità. Cos'era il barattolo che mi era stato mostrato poco prima?
Sembrava quasi... Una maledizione.
E lo era.

Domandai come potessi liberarmene... E la risposta mi stupì.

Non vidi me. Non sentì parlare di me.

Già nelle esplorazioni precedenti, avevo trovato i miei dati in luoghi molto lontani, molto lontani anche dalla Terra.

Questa volta, innanzitutto, compresi che il pianeta Terra, inviava degli impulsi agli esseri umani, nei punti in cui ne aveva ricevuto maggiori danni. Gli esseri umani, sarebbero stati convinti di essere in guerra tra loro per le loro ragioni. In realtà, erano semplicemente attraversati da un moto di rabbia e di dolore proprio del pianeta, come quando noi abbiamo un'infiammazione sul braccio... brucia... fa male in quel punto e il nostro corpo si attiva, inviando segnali e risorse, per rimuovere il problema.
Le guerre, su questo pianeta, non sarebbero potute cessare, senza rimediare ai danni, o per lo meno, senza smettere di infierire ulteriormente sulle "ferite" già create sulla sua superficie, a causa di questi impulsi ricevuti, da un corpo molto più grande.

Successivamente, mi affacciai ad un'altra realtà: i testi ""sacri".
Uno dei più "famosi", pieno di maledizioni a stirpi intere, è la Bibbia.
Già... le maledizioni che avrebbero attraversato generazioni intere.
Pur avendo approfondito poco, ed essendo stata solo una risposta fugace, compresi che esistite o meno quelle maledizioni in un tempo lontano, ogni giorno, da millenni, quelle maledizioni vengono rilette, in varie parti del mondo, venerate, adorate, e tanti, tanti esseri umani si piegano di fronte ad esse, accettando una "punizione lecita" e uno stato di schiavitù generale.
Per cui, esistite o meno prima, sicuramente oggi, sono parte attiva del nostro campo energetico, in quanto risuonano in tante menti e bocche, a prescindere da cosa facciamo noi nel nostro piccolo.

Da qui mi affacciai ad uno scenario più vicino a me.

La mia famiglia, alcune generazioni fa, era di alta nobiltà, caduta a picco di generazione in generazione sempre più in basso. Da entrambe le parti.
Da un lato ricchi proprietari terrieri, che hanno perso tutto con un'ondata violenta di ribellione popolare che non ha tenuto conto del comportamento dei singoli, ma dell'appartenenza alla categoria di quelli "che avevano molto".
I più sono morti, uno solo, abile a mischiarsi tra le folle, è fuggito e sopravvissuto, con un grande dolore nel cuore.
Dall'altro ceppo, una lenta decadenza interiore, ha portato a perdere tutto mediante vizi.
Dopo la decadenza, le storie sono diventate pervase da ondate di violenza.
Il problema non era materiale, ma un qualcosa che logorava nella carne e nello spirito.
Chi aveva molto, a prescindere dalla propria etica comportamentale, ogni giorno, ospitava sulla propria testa, una nuvola di ingiurie, maledizioni, dovute a sofferenze di chi soffriva per le fatiche del lavoro, a ritorno a casa litigava con i familiari, e compiva brutti gesti, non avendo avuto il tempo di coltivare la comprensione delle proprie azioni. La testa con la nuvola nera, ovviamente, non aveva un nome, ma un cognome, o l'appartenenza ad una categoria più grande.
La nuvola, con il tempo, sarebbe iniziata a discendere, a cambiare forma e a diventare materia.


Oggi...
Io vivo in Occidente.
Come i pochi che leggeranno questo scritto.
Ho un telefono prodotto in una fabbrica, in cui le persone lavorano ogni giorno per ore e ore per una miseria, dall'altra parte del mondo. Non hanno il tempo di coltivare una mente ed un cuore felici. Né tanto meno un corpo che stia bene. Lo devono fare, se vogliono avere la possibilità di sopravvivere e aiutare i propri cari a fare altrettanto.
Ho del tempo per me, dei vestiti, 3 pasti quotidiani, un posto in cui vivere.
Ho l'acqua tutti i giorni a mia disposizione.

Oggi
Io, come voi, ho sulla mia testa una nuvola nera...
Non avendo ancora finito di nutrirmi della pioggia di veleno, di quella che ha avvolto i miei antenati.

Il famoso barattolo di vetro, sporco, nel quale vive un occidentale

- E' la sofferenza di tutti coloro che ogni giorno vanno a lavorare per guadagnare un euro, da qualcosa che noi acquistiamo per 80, qualcuno anche molto di più.
- E' la sofferenza di un pianeta che non riesce a trovare una comunicazione con noi che non sia un'urto.
- Sono coloro che muoiono e vedono morire i propri cari a causa delle guerre, esportate dal colonialismo europeo ancora in atto. E noi... siamo europei.
- Sono coloro che si inginocchiano di fronte a delle parole che negano la dignità umana.

L'elenco potrebbe andare avanti per molto, ma ad ognuno le proprie conclusioni.

Ovunque io mi trovi, io sono parte di "quelli fortunati".
Non importa cosa io faccia nella mia vita e come viva.
Sono parte di un meccanismo sporco, per "posizione".

Siamo tutti collegati, e la sofferenza di ogni singolo essere umano risuona in tutti i cuori, consapevoli o meno.

Ora, possiamo anche occuparci di risolvere i nostri piccoli problemi quotidiani dentro e fuori...
Ma... il famoso risveglio, di cui tanto si parla, non serve ad altro che per attivarci per cambiare queste realtà, nella consapevolezza che ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa.

Se pulisci il tuo barattolo, puoi stare bene per un po'.

Se si rompe il "grande barattolo comune", puoi essere felice.

lunedì 17 settembre 2018

Reiki - Trattare l'acqua

Un'abitudine sana per la maggioranza dei propri corpi (fisico, mentale, emozionale) è quella di purificare energeticamente l'acqua che si ha intenzione di bere (almeno quella che si beve in maggiore quantità).

Iniziai quest'abitudine per sperimentare, su un bicchiere d'acqua da rubinetto. Si energizzò in fretta, e una volta mandata giù nel giro di una decina di minuti scomparve il lieve mal di gola che avevo.
Ripetendo il giorno seguente, notai che mentre trattavo il mio bicchiere, vibrava anche l'acqua nel recipiente da cui l'avevo versata e questa cosa mi ha incuriosita nel voler continuare a trattare l'acqua in bicchieri, recipienti,bottiglie...bottiglie, qua il tasto dolente.

Trattando una bottiglia d'acqua comprata in un supermercato... avevo tra le mani qualcosa di completamente diverso. L'acqua della bottiglia, era carica di parole... pensieri... emozioni, preoccupazioni, paure, ansie, discorsi frammentati e non. C'era di tutto. Sembrava quasi una persona in quanto ormai aveva  formato un intero corpo fatto di emozioni e pensieri. Le informazioni contenute in quell'acqua sembravano non finire più... A differenza dei soliti 5-10 minuti impiegati per l'acqua corrente, impiegai ben 40 minuti su quell'acqua.
Effettivamente la grande differenza tra l'acqua in bottiglia e l'acqua corrente, sta nel fatto che l'acqua in bottiglia assorbe informazioni da tutti i luoghi in cui si trova e da tutte le persone che ogni giorno passano vicino.

Da questo esperimento fatto per gioco, consiglio vivamente a chi ne ha la possibilità di trattare con il Reiki o con altre tecniche l'acqua prima di berla, sopratutto quella in bottiglia.

Se non avete una tecnica per purificarla, trasferitela in una vostra bottiglia in vetro decorata con nuove informazioni (mantra/simboli di purificazione/parole) e tenetela lì un po' prima di berla. 




lunedì 23 luglio 2018

Chiaroveggenza

La chiaro-veggenza non è altro che il grado in cui un individuo dà il permesso al proprio occhio interiore di vedere.
La capacità di dissolvere la nebbia che separa dalla realtà, che si tratti di persone, eventi, oggetti o altro.
Il terzo occhio non si può chiudere.
L'Anima non dorme mai anche se conosce la natura del sonno.
Non ne ha bisogno.
Quella di vedere chiaramente è una decisione.
Se si decide di vedere chiaramente, l'Anima ci guiderà lungo il sentiero della dissoluzione della nebbia che generiamo per non vedere, o per avere compagni di una visione comune.
Meno spazio occupa la nebbia e più sono le informazioni a cui si ha accesso.
Chi arriva a dissolvere la sorgente della nebbia, raggiunge uno stato di visione chiara permanente. Chiara nel presente, nel passato e nel futuro.
La dissoluzione non è una battaglia.
Piuttosto una decisione di riappacificazione.
Innanzitutto con la nostra possibilità di vedere, e poi con quello che guardiamo.
E' tutta una questione di permesso,
ossia di fiducia.

mercoledì 11 luglio 2018

Come funziona un consulto di carte con me

Ogni giorno, salvo altri impegni, sono disponibile, su prenotazione, per consulti di cartomanzia.
Utilizzo prevalentemente i tarocchi.
  • Ogni consulto ha una durata variabile a seconda dei quesiti del consultante, ma generalmente non supera un'ora. 
  • Le domande devono essere chiare, specifiche e concrete (non filosofiche). Possono riguardare vari ambiti come quello economico-lavorativo, affettivo/amoroso e affini. Accetto domande sulla salute ma rimando comunque ad un medico in quanto la sua professione è più adatta a rispondere in merito. Non rispondo a domande su eventuali gravidanze in atto per una questione etica, a meno che le carte stesse in altre stese non dicano qualcosa in merito. 
  • Non mi raccontate/spiegate/cercate di convincere di qualcosa. Non voglio entrare nelle vostre vite, ma darvi una panoramica distante di un "insieme" della situazione, come... un cielo stellato visto dalla Terra. Alcune cose che emergeranno dal consulto non potete comprenderle in quanto, trattandosi di futuro, non potete ancora inquadrarle razionalmente, per cui prestate attenzione ai passaggi chiave senza giudizio, in quanto nel momento in cui si verificheranno avrete già una panoramica chiara di dove vi trovate, cosa sta succedendo e dove porta, e sulla strada migliore da percorrere. 
  • Una stesa si realizza mediamente nel giro di 3-6 mesi (6 mesi per intero), a meno che la domanda nello specifico non vada oltre.
    Il consulto è un momento sacro che richiede la vostra presenza e attenzione. Quando fate una domanda ascoltate la risposta, se volete appuntatevi qualcosa. Non potete rifarmi la stessa domanda in un altro consulto o chiedermi delucidazioni che vi vengono in mente dopo razionalizzando, per la stessa ragione del punto precedente. 
  • Tra un consulto e l'altro per una stessa questione devono trascorrere almeno 6 mesi, a meno che la stesa per intero non si sia realizzata in un tempo più breve.
  • La mia istruzione ed esperienza, al di fuori dell'ambito della cartomanzia, mi porta ad affermare anche che la psicologia e la cartomanzia sono due ambiti separati. Per cui, non utilizzerò le carte per guidarvi 

lunedì 11 giugno 2018

Chiudere le finestre sull'Anima

Dal primo momento in cui apriamo gli occhi, ogni giorno, tanti sguardi, tanti pensieri e tante parole creano uno strato sempre più ampio tra noi e la nostra essenza.
Uno strato privo di consistenza corporea, spesso definito come "pensiero razionale", formato prevalentemente dalle paure e dagli schemi di ogni sguardo che aggiunge qualcosa alla nostra realtà, pur non potendo avere un vero contatto con essa... (non sa che è possibile).
Spesso questo strato costituisce il dialogo che un individuo instaura ogni giorno con se stesso e con gli altri.
Il più delle volte si manifesta mediante il giudizio, che altro non è che un sottile desiderio di avere dominio, proponendo un modo "giusto" di esistere ai vari componenti della realtà.
Al servizio di questo Giudizio, in tutte le epoche storiche, ci sono state delle teorie di riferimento, universalmente accettate, pronte a supportare l'intromissione nella manifestazione di un'Anima in forma umana.
Tempi giusti, modi giusti, pensieri, emozioni, desideri, comportamenti adatti.
Ideali di benessere, surrogati di gioia a cui aspirare.
Questo Giudizio Universale occupa tanto spazio e tanto tempo nelle vite umane.
Assume la forma di libri, dottrine religiose, scuole di pensiero, parenti, parole, sguardi, pensieri... (non dimentichiamoci mai il potere dei pensieri in cui molti ancora non credono, in quanto apparentemente ben a riparo nella loro testa, i pensieri hanno una traiettoria che si spinge ben oltre quello spazio ridotto).
Tutti, immersi in questo strato aspirano alla stessa cosa, e continuano a cercare all'interno di esso qualcosa che è fuori.
Chi decide di dedicarsi a quella che si definisce purificazione dello Spirito, o ricerca di se stesso, spesso lo attraversa per un periodo prima di distaccarsene.
Il Reiki nel mio caso è un valido supporto in quanto è energia che gradualmente scioglie in modo irrazionale i vari componenti di questo strato fino ad aiutarmi a giungere fuori da esso. Ma ci sono sicuramente altre Vie, con la giusta spinta interiore.
Scioglie significa che agisco in base solo ed unicamente al mio sentire.
Perchè vedete, lo strato di giudizio, assume varie forme per raggiungerci e formarsi. Spesso viene definito come "preoccupazione", "compassione", aiuto, "per il nostro bene" veniamo vestiti di questo strato "protettivo". E come a quel punto giustificare il volerne fare a meno? Quando viene presentato come via per la felicità, il giudizio di base passa in secondo piano, ma non si può dire che una freccia non generi una ferita per il semplice fatto che ci sono dipinti dei cuoricini sopra. E' una freccia più carina esteticamente, ma è pur sempre appuntita e fa male.
Sopratutto chi fa divinazione mediante mazzi di carte, sa che un'intromissione, viene rappresentata sempre come tale e poi vengono descritte le vesti, ma sempre intromissione resta.
Un punto sul corpo umano su cui tende ad accumularsi maggiormente questo strato sono gli occhi, la nostra finestra sul mondo.
"Conosci te stesso", era scritto sull'ingresso del tempio dell'oracolo di Delphi.
Cosa significa realmente. oggi?
Significa chiudere una ad una le finestre aperte sulla nostra Anima, per separarci dallo strato di giudizio che non siamo, ma che indossiamo come un vestito confondendoci con esso ... come i medici che una volta a casa, dimenticano di non avere più la divisa e di potersi dedicare ad altre attività.



martedì 22 maggio 2018

SUTRA DEL LOTO - CAPITOLO XXV - Il Bodhisattva Avalokiteshvara (Percettore dei suoni del mondo).

A quel tempo il Bodhisattva Volontà inesauribile e chiese al Budda:
Onorato dal mondo, per quale motivo Avalokiteshvara, il Bodhisattva Percettore dei suoni del mondo è chiamato in questo modo?
Il Budda allora rispose così:
Il suo nome deriva da ciò.
Chiunque lo invochi si libererà all’istante dalle sofferenze perché lui è in grado di annullare i dolori dell’esistenza.
Se entrerai in un grande fuoco e invocherai il suo nome, le fiamme non potranno bruciarti.
Se entrerai in una grande piena troverai immediatamente un luogo dove toccare terra.
Se insieme ad altri mille uomini ti avventurerai su una nave nel grande mare per cercare un tesoro, qualora un vento impetuoso spingesse la nave fuori rotta conducendola nella terra dei demoni rakshasa, se invocherai il suo nome queste persone verrebbero liberate.
Se verrai aggredito, spade e bastoni non potrebbero ferirti.
Se milioni di demoni tentassero di tormentarti o di assalirti, udendo il nome di Avalokiteshvara non saranno più in grado di vederti né di farti del male.
Se tu, colpevole o innocente, fossi imprigionato in una cella o incatenato le tue catene si spezzeranno e riacquisterai la libertà.
Chi è dominato da passione, collera, o ignoranza, si libererà da queste condizioni.
Se una donna desidera un maschio o una femmina, invocando il suo nome, il figlio o la figlia nasceranno ricchi di virtù, meriti e saggezza.
Egli può donare il coraggio a chi si trovi in circostanze terribili.
Se qualcuno cercherà di farti del male con malefici e erbe velenose, pensa al potere di Avalokiteshvara e le maledizioni ricadranno su chi le ha lanciate.
Se animali feroci dovessero circondarti pensa al potere di Avalokiteshvara ed essi fuggiranno atterriti.
Se sarai inseguito da uomini malvagi che vorranno farti precipitare dalla montagna di diamante pensa al potere di Avalokiteshvara ed essi non potranno torcerti un capello.
Abbracciare il nome di Avalokiteshvara e tributargli offerte anche per una sola volta significa accumulare fortuna incommensurabile e inesauribile.
Egli può domare il fuoco e il vento della sfortuna e recare ovunque nel mondo la luce.
Allora Volontà inesauribile chiese:
Onorato dal mondo, ma come può andare e venire in questo mondo di saha il Bodhisattva Avalokiteshvara?
Uomo devoto, se qualcuno avesse bisogna di incontrare il Budda per essere salvato, Avalokiteshvara si manifesterà immediatamente come Budda e predicherà la legge.
Se qualcuno avesse bisogno di un pratyekabuddha egli si manifesterà in questo modo.
Se qualcuno avesse bisogno di un ascoltatore della voce egli si manifesterà in questo modo.
Se qualcuno avrà bisogno di un re Bhrama egli apparirà come tale.
Se qualcuno avrà bisogno di un condottiero celeste egli si farà condottiero celeste.
Se qualcuno avesse bisogno del Dio Libertà egli si manifesterà come Dio libertà.
Se qualcuno avrà bisogno di un re, o di un sovrano minore, egli si manifesterà re.
Se ci vorrà un capofamiglia, un ministro, un monaco, un bhramano, un credente laico, egli si manifesterà in una di queste forme.
Egli potrà prendere anche le forme di un fanciullo o di un qualsiasi altro essere, anche un drago, un asura.
Volontà inesauribile, Avalokiteshvara ha ottenuto tali benefici che può assumere forme differenti, ed egli vaga per le terre salvando gli esseri viventi.
E chiunque ascolta questo capitolo del Sutra otterrà enormi benefici

Per leggere il Sutra completo potete cliccare sul seguente link: 

http://ilbuddismodinichiren.blogspot.it/2010/05/il-sutra-del-loto-versione-completa-di_27.html

martedì 17 aprile 2018

L'Appeso





Cambiare prospettiva. 
Spesso basta così poco. 
Molte preoccupazioni, ansie, paure, arrabbiature sono solo questione di prospettiva. 
Quando si guarda un qualcosa attraverso un filtro mentale, un pensiero fisso, si è appesi, legati a testa in giù ad una determinata idea. 
Il punto di vista dell'Appeso è una forzatura in quella posizione, un aggiustamento scomodo di tutto il suo essere che impedisce qualsiasi movimento, per riuscire a guardare"meglio". 
Quest' osservazione può essere interessante se l'Appeso, quasi per gioco, rimane in questa posizione per poco tempo: il tempo necessario per vedere un determinato lato della situazione. 
Ma se il suo stare il quella posizione fosse troppo serio, la testa diventerebbe sempre più pesante, la coscienza sempre meno presente, la paura sempre più grande. Sarebbe quasi un auto-castigo. 
Infatti anticamente esisteva sia un gioco, in cui si era appesi ad una corda a testa in giù, dondolando per pochi minuti, sia la punizione, molto più prolungata e tortuosa (se non addirittura fino alla morte). 
Quando siamo l'Appeso possiamo scegliere quando rimettere i piedi a terra, lasciando che l'ipotesi "peggiore" o per assurdo rimanga tale: una semplice ipotesi, un semplice pensiero che non deve togliere spazio alla realtà, ma essere una breve parentesi. 

lunedì 16 aprile 2018

Rete di vita




Ogni essere umano sa in cuor suo cosa avviene in qualsiasi altro luogo della Terra.
I media sono un’invenzione dell’uomo, una direzione di “semplificazione”.
Non c’è essere umano sulla Terra che possa realmente ignorare cosa avviene ad altri esseri umani, o alla Terra stessa. Possono mancare le nozioni teoriche.
C’è una parte di noi che è collegata al pianeta Terra, connessione che ci permette di essere in Vita. Un’altra parte è collegata a tutto l’ecosistema, e infine, ovviamente, c’è una parte collegata ad ogni singolo essere umano, in quanto appartenenti alla stessa specie.
Quotidianamente siamo impegnati a vivere la nostra vita, con i vari impegni, progettualità, preoccupazioni.
Spesso si comincia a meditare per trovare uno stato di serenità interiore, avere una purificazione dello Spirito, trovare un equilibrio con se stessi. Inevitabilmente, chi prima chi poi, si giunge all’esigenza di un contatto maggiore anche con la Terra, l’Universo, l’umanità. Del resto le parole Yoga e Reiki, significano connessione tra la propria parte fisica, il proprio Spirito e l’Universo, Dhamma o Grande Spirito. Sicuramente ce ne sono altre, chiunque si sia dilettato in questo tipo di ricerca, ha dato un nome diverso alla via intrapresa e ai vari componenti, ma è giunto alla stessa conclusione: la connessione.
La differenza tra un essere umano che ha preso consapevolezza di questo e uno che non ne ha, è l’illusione di potersi “tenere fuori” dalla sofferenza del mondo.
Infatti, se provate a praticare (quello che preferite) per la pace, serenità e gioia sulla Terra e successivamente vi guardate allo specchio, potreste notare delle variazioni nel volto.
Quella sofferenza, diffusa sulla Terra, è  dentro di voi, anche se non ne avvertite il peso, anche se non vi causa dolore fisico o emozionale (di una tipologia che avete appreso a riconoscere, in quanto ancora non “ufficializzato”). E’ comunque presente in qualche forma, in quanto siete all’interno di una rete di Vita di cui vi alimentate e a cui donate nutrimento in ogni istante di presenza su questo piano dimensionale. 
Sapere la Verità è una scelta di ogni singolo individuo. Tutti possiamo sapere cosa avviene in ogni singola parte della Terra, se lo decidiamo, basta esercitarsi e coltivare una via con costanza e dedizione (una cosa, fatta bene).
Tutti possiamo attraverso questa rete donare consapevolmente pace …  se  abbiamo appreso ad essere in pace con coloro che ci circondano e con noi stessi.
Del resto, se noi non ne siamo consapevoli,  stiamo scegliendo se metterci anche del nostro, intorbidendola ulteriormente (ne siamo parte, sempre, se ci scollegassimo moriremmo), e di essere sordi e ciechi a delle informazioni che abbiamo a disposizione.
Vivere il Qui e Ora inizia con uno spazietto di casa, su una metro, o in altri piccoli luoghi. Ma può giungere ad un Qui e Ora totale… in cui si è Qui e Ora in completa consapevolezza dei propri pensieri, azioni, parole, e informazioni che arrivano e si immettono nella Rete.
A questo punto non ci sarà giornale, televisione, o altro che possa mentire.
Un essere connesso non può essere ingannato, sa, vede, ascolta, e manda consapevolmente altre informazioni nella rete … non quella artificiale da cui leggete ora questo post.
Una Rete Viva.

giovedì 12 aprile 2018

L'Eremita e il perdono


L'Eremita è una persona che tenta di fare luce sul passato, con le spalle rivolte al futuro. 

A chi non è mai capitato di essere Eremita? 
Un evento, o una serie di eventi di cui non ci si riesce a fare una ragione, a cui non si riesce a dare una spiegazione, raggelano il cuore, lasciando quell'unico lume artificiale tra mani: il lume dell'esperienza vissuta, che al negativo può generare ombre sulle pareti del cuore, rinchiudere un essere in uno stato di isolamento dal mondo esterno. Al positivo può permettere di ricavare nel passato un insegnamento utile per il futuro.

L'Eremita è un bambino interiore che tiene il broncio alla vita a causa di alcuni vissuti, a livello conscio o meno. 

Chi ha vissuto un forte lutto, oppure ha visto una parte del mondo che non ha accettato, diventa, transitoriamente o meno, Eremita.

La necessità reale dell'Eremita è riappacificarsi con se stesso e con gli altri, ossia, perdonare se stesso e gli altri. 


Molto spesso questa carta è collegata nello specifico a problematiche con chi non fa più parte della vita del consultante, a volte addirittura defunto.


Ringraziare le esperienze nella loro integrità: le persone coinvolte, perdonare se stessi per non essere riusciti a creare esiti diversi, perdonare gli altri, per essersene andati (in qualsiasi senso) o essersi comportati in un determinato modo, donare un po' di luce di Guarigione a quelle esperienze dentro di noi nel presente, ci permette di lasciarle andare, sciogliendo la neve sotto i piedi dell'Eremita.

Il lume della ragione condizionata spesso prende le distanze dal cuore, portando fuori strada. 






mercoledì 11 aprile 2018

Connessione

La felicità é uno stato di connessione con la Fonte interiore ed esteriore. Connessione con quanto vive.
Se siamo sconnessi da noi stessi non possiamo essere felici.
Se siamo sconnessi dalla Terra non possiamo essere felici.
Se siamo sconnessi dall'Universo non possiamo essere felici.
La felicità é uno stato dell'essere che deriva dalla connessione alla fonte vivente. 
É tanta, infinita, impareggiabile con qualsiasi conquista di una razionalità condizionata.
La connessione é una decisione che genera gratitudine.

giovedì 5 aprile 2018

Meditazione - Pensiero

Il termine meditazione designa pratiche differenti tra loro.
In italiano il termine meditazione spesso è associato alla riflessione.
Quando parliamo di meditazione in campo esoterico, spirituale, o riferendoci alle pratiche di matrice prevalentemente orientale, indichiamo la ricerca del silenzio mentale per accedere ad uno stato di pace, al proprio tempio interiore, e per trovare le risposte alle proprie domande in noi stessi, senza le forzature della mente "razionale" che spesso è una raccolta di condizionamenti e di ristrettezze autoimposte alle nostre percezioni.
Iniziare a meditare, vuol dire essere curiosi di sentire chi siamo e volersi connettere alla propria fonte interiore.
Agli inizi può sembrare impossibile "non pensare" anche solo per 10 minuti. Come si fa? Vi chiederete.
Vi propongo un esercizio al contrario.

Scegliete una sola parola che vi piace, positiva. Ad esempio "pace".
A questo punto, potete fare tutto quello che volete. Camminare o stare seduti, continuare le attività che fate naturalmente con una sola variazione: sostituire i vostri pensieri con la sola parola che avete scelto.
Quindi diventerebbe "pace pace pace pace pace...".
Fate questo per almeno 10 minuti.
Sentirete così il vostro ritmo di pensiero.
Il pensiero organizza in parte la vostra energia, quella che diventa con il tempo materia.
Sentirete quanta preziosa energia avete a disposizione, e potreste avvertire un'azione benefica della parola che avete scelto.
Potete ripetere l'esercizio più volte, ma molto probabilmente lo troverete stancante dopo un po', e avvertirete quanto varia la forma della parola che esce dalla bocca.
Quanto avviene a livello della materia avviene anche dentro di voi.
Osservando il vostro ritmo di pensiero potete comprendere molte cose sulla natura della mente, sull'energia che utilizzate e come.
Dite la vostra parola, e osservate cosa avviene al vostro corpo senza commentare. Osservate cosa avviene nella vostra giornata successivamente.
Può essere un primo passo per avvicinarvi alla meditazione silenziosa, che inizialmente può trovare difficoltà. 

sabato 31 marzo 2018

L'Attenzione

Cos'è la meditazione?

Innanzitutto attenzione.
Semplice e pura attenzione rivolta al nostro corpo, ai nostri pensieri, al posto in cui siamo, alle nostre sensazioni.

Attenzione. 

Meditando una persona concede a se stessa attenzione.
Può essere interessante notare come la pura attenzione, ossia un'attenzione priva di un pensiero condizionato, è simile ad una carezza.
Una fresca carezza, che si estende dalla testa ai piedi, o nel punto specifico in cui è rivolta.
E' leggerezza.
Ed è fisicamente percepibile, per cui, non si può definire astratta.
L'attenzione è energia.
Se provate a meditare col mal di testa, ossia, rivolgere attenzione dolce al punto dolente, è facile che avvertiate leggerezza in quel punto.

Non è un angelo che vi accarezza la testa, ma voi stessi, mediante un'attenzione consapevolmente indirizzata.
Anche se le mani rimangono giù, vi siete accarezzati la testa.  

Quindi l'attenzione è in grado di toccarci fisicamente.

A questo punto sono utili alcune domande:

Che tipo di attenzione rivolgo solitamente al mio corpo, a me stessa/o, alla mia persona?
Che tipo di attenzione chiedo o accetto ogni giorno?
Che immagine alimento ogni giorno mediante la mia e altrui energia (attenzione)?
Che tipo di attenzione, ossia tocco energetico, rivolgo alle persone che ho intorno, o con cui vengo a contatto?

Quando mi giudico, ingabbio questa fresca brezza in una spada tagliente, o la trasformo nelle sbarre di una prigione.
Quando accetto di essere compatito/a da qualcuno, sto accettando un colpo sulle ginocchia, e una carezza, alimentando la mia mancanza di libertà.
Quando metto determinate foto su un social network, sto chiedendo un determinato tipo di energia, che a livello sottile, inevitabilmente mi raggiungerà.
Che tipo di pensieri (attenzione con un contenuto e con una méta) rivolgo ai miei "cari", a coloro che amo, a chi voglio bene, a chi incontro per strada? Sono carezze o pugnali silenziosi?

Se rivolgo pensieri di rimprovero, se non gradisco delle azioni che una persona compie, e sono certo/a di avere un messaggio per l'altro, dicendoglielo, do la possibilità ad entrambi di crescere, e la parola, essendo accessibile ai sensi universalmente riconosciuti, può diventare una spada da cui l'altro si può difendere, se dovesse essere una spada, ed entrambi possiamo creare uno squarcio nel velo dell'inconsapevolezza nostro e dell'altro. 
Uscirne arricchiti o prendere consapevolmente distanze.

Ma se sono vicino vicino all'altro, e silenziosamente gli rivolgo pensieri poco piacevoli, non cresce nessuno dei due, e l'altro riceve costantemente dei colpetti più o meno forti a seconda dell'intensità dell'attenzione, tipologia di pensiero, e mia potenza energetica di base.

Ora, pensate solo per un istante cosa accade quando una persona parla male a più persone di una data persona, senza dire nulla alla persona interessata.
La persona in questione riceve energia sotto forma di attenzione da parte di più fonti.
Tanti tocchi sgradevoli... da più direzioni.
Se entrassimo nella concezione che mediante la parola il mittente sta arrecando un danno fisicamente tangibile, sotto forma di stanchezza, tristezza, o anche malessere fisico, comprenderemmo come mai questo flusso quando arriva a noi in quanto ascoltatori va fermato, spezzato.
(A meno che non possa diventare un messaggio socialmente utile).

Io decido, noi decidiamo in ogni istante cosa entra, cosa esce e dove va. 

Io, nel qui e ora creo il mio corpo, i miei pensieri, filtro le energie semplicemente mediante... la mia attenzione.

Il resto segue questo primo ed importante passaggio. 

martedì 13 marzo 2018

Meditazione per conciliazione di una scissione interiore

Ognuno di noi ha dentro di sè vari tratti di personalità. A volte, apparentemente, possono sembrare in conflitto. Una stessa persona ha vari aspetti, e in alcuni casi sembrano "litigare" fra loro.
Il Reiki può lavorare anche sulla conciliazione di questi aspetti, spesso rintracciabili anche in un tema natale astrologico.
Molto più semplice, senza alcun calcolo, può essere utile una meditazione mirata.
Possiamo ricordare due situazioni precise, anche brevi, in cui i due aspetti si sono manifestati.
Com'era la situazione? Chi c'era vicino? Cosa stavamo facendo? Dove?
Una situazione alla volta.
Visualizziamo di mandare luce all'intera situazione, e sopratutto a noi stessi in quella situazione. (Chi ha il secondo livello di Reiki, manda Reiki)
Poi, spostiamoci sulla seconda situazione, altrettanto viva.
Io... ero... sono.
Ora, le due persone che sembrano distinte si alzano, si abbracciano, e si fondono in una sola luce.
Al termine si potrebbe avvertire una vibrazione all'altezza del sesto chakra.

giovedì 8 marzo 2018

Auguri. La festa della donna.

Faccio i miei auguri a tutte le donne. Sottolineo tutte.
Non amo i post pubblicati da donne che dividono le donne in donne e meno donne.
Non hanno lontanamente inteso il senso della giornata e di tutte le conquiste fatte fino ad ora.
Dove. Come. Con chi. Quando una donna decide di vivere la propria vita privata, la propria bellezza, la propria sessualità non la rende meno donna. È una sua scelta, come è una scelta per un uomo.
Quando utilizzate determinati aggettivi o definizioni per una donna, rendete lecito, giustificabile un atto violento nei suoi confronti. Con una parola, partecipate.
Una donna non è la sua vita privata.
Una donna che utilizza dispregiativi tipicamente maschili per definire un'altra donna, forse, anche se "la da meno"...moralmente è un gradino più in basso. La sessualità dovrebbe cessare di essere criterio di valutazione... Una donna è donna, un essere con una dimensione privata e sociale. Quando una donna valuta un'altra donna unicamente in base al suo comportamento con gli uomini, nella sfera intima per sentito dire... Sta dicendo che una donna è la sua vagina.
Quindi sta dicendo di essere la propria vagina, che è stata al riparo per più tempo. Si sta autodefinendo per definizione " al contrario" ma sullo stesso piano.
Questo tipo di atteggiamento favorisce molti fenomeni come:
- cyberbullismo negli adolescenti su delle ragazze, in quanto spalleggiati da un'intera società
- suicidio nei soggetti più deboli
- isolamento sociale. Una persona può avere altre situazioni, ma non avere nessuno con cui parlare, perché classificata solo in base alla propria sessualità
- violenza. È dannoso anche per la donna che fa di tutto per non essere quello... Perché se un uomo la definisce con quelle parole, ecco che scatta il senso di colpa, lui ha ragione, ecc, lei si è allontanata, lui lecitamente poteva pensare che...e quindi...

Se un'offesa è riconosciuta socialmente come tale, ed è riconosciuto socialmente che questo è un criterio (spesso unico) di identità per una donna . Automaticamente, la donna, in sunto valutata dai più solo in base al suo comportamento sessuale, tende a perdere gli altri ruoli sociali... Ed ecco che un uomo si ritrova ad avere in mano gli strumenti per deciderne le sorti, nella sua mente perversa.
Perversa...quanto un'intera società che neanche si rende conto di un tacito consenso che gli dá. Ogni giorno.
Spero che piano piano le donne cessino di identificare se stesse ed altre donne con le parti basse... Che sono solo una piccola parte dell'identità. Non l'identità. Per gli uomini questo problema neanche si pone.

Riflettere.
Buon 8 marzo a tutte le donne. :)

lunedì 5 marzo 2018

Tra aspettativa e paura, chakra in ombra

Può capitare che alcuni aspetti della vita sembrino sfuggire di mano, non andare per il verso giusto.
Ognuno di noi ha i suoi periodi "no", quelli in cui tutto sembra andare storto, oppure i periodi molto gioiosi, o periodi di apatia. Ognuno col suo ritmo, crea, decodifica e vive la propria realtà in modo diverso.
Molti non si occupano di osservare la propria mente, le proprie emozioni, ma si limitano a vivere quanto accade. Eppure non tutto quello che sembra reale, lo è, molto spesso vediamo davanti a noi semplicemente la proiezione delle nostre aspettative o delle nostre paure.
Qualcuno spera vivamente di incontrare l'amore della sua vita.
D'un tratto ogni uomo o donna sembra proprio la persona giusta, l'anima gemella, quella che si invocava tanto nel proprio cuore. Un perfetto sconosciuto, viene investito di questo incarico. L'aspettativa può essere reciproca oppure no, ed ecco che piano piano inizia a crearsi la crepa tra aspettativa e realtà. La gioia vissuta in realtà non è un dono dell'altro, ma della nostra aspettativa che in quel momento recepisce solo il lato positivo della situazione. Mente limpida, aperta a tutto, pulita e un fiume di emozioni.
Se la stessa persona si trovasse nello stesso momento in uno stato di rifiuto del prossimo, di ricerca di solitudine, di avversione, di critica, di paura, la stessa identica persona... incontrata in questo particolare momento, non sarebbe l'anima gemella. Sarebbe un aggressore...una persona che varca confini, una persona che incute timore. La motivazione non cambia: le emozioni irrazionali in entrambi i casi sono generate dall'aspettativa. L'incontro con la realtà avviene più lentamente o più velocemente, ma difficilmente nell'immediato.
L'origine, l'inizio siamo sempre noi.
A livello energetico queste funzioni solitamente si distribuiscono su vari organi.
I reni sono, in particolare, una parte del nostro corpo molto delicata a livello di emozioni: la loro emozione ombra è per lo più la paura. I reni, sono collegati al senso di essere al sicuro, essere protetti, al senso di "pulizia" fuori e dentro, alla casa... al segno del Cancro nello zodiaco. Chi ha aspettative negative per il futuro, chi teme il prossimo, chi si sente molto sulla difensiva con buone ragioni, energeticamente avrebbe bisogno di lavorare sui reni. Il Reiki, in quanto energia intelligente, si dirige da sé verso questa parte del corpo.
L'aspettativa positiva invece? E' collegata allo stesso chakra, ma, davanti. Il chakra che in luce tende a creare un'aspettativa positiva, prevalentemente è il secondo. Il secondo infatti è collegato anche all'intestino, che fa ordine, distingue ciò di cui si ha bisogno e ciò che va fatto lasciare andare. Qui abbiamo la sede di tutte le nostre emozioni, e proprio per questo, spesso, è proprio la parte energeticamente più scarica o problematica, confusa.

mercoledì 21 febbraio 2018

Cartomanzia...

Quanto è grande il ruolo dell'immaginazione... prima di entrare dentro ad una realtà, prima di vivere qualcosa, si è in uno stato misto di fantasia ed osservazione... un'osservazione priva di verifica. Quando si entra all'interno di una realtà, piano piano questa può inghiottire fino ad accrescere sempre più la fame della realtà vissuta, oppure, creare un'immaginazione ancora più viva, come quando si è troppo vicini ad un qualcosa, per vederla per intera, nella sua totalità.
Le carte... sono distanti dal prima di entrare a contatto con una realtà, e dallo stato in cui si è quando si è dentro alla realtà.
Si collocano in quel sottile distacco dalla fantasia e dalla realtà, che difficilmente siamo in grado di vivere.
Anche quanto è "oggettivo" è a volte fantasia...un raccontarsela.
Anche quanto è "fantasia" in fondo ha tratti di verità.
Le carte, sono su quella riga sottile sottile, e onnicomprensiva allo stesso tempo, su cui una mente umana difficilmente si sofferma per più di qualche istante.