sabato 31 marzo 2018

L'Attenzione

Cos'è la meditazione?

Innanzitutto attenzione.
Semplice e pura attenzione rivolta al nostro corpo, ai nostri pensieri, al posto in cui siamo, alle nostre sensazioni.

Attenzione. 

Meditando una persona concede a se stessa attenzione.
Può essere interessante notare come la pura attenzione, ossia un'attenzione priva di un pensiero condizionato, è simile ad una carezza.
Una fresca carezza, che si estende dalla testa ai piedi, o nel punto specifico in cui è rivolta.
E' leggerezza.
Ed è fisicamente percepibile, per cui, non si può definire astratta.
L'attenzione è energia.
Se provate a meditare col mal di testa, ossia, rivolgere attenzione dolce al punto dolente, è facile che avvertiate leggerezza in quel punto.

Non è un angelo che vi accarezza la testa, ma voi stessi, mediante un'attenzione consapevolmente indirizzata.
Anche se le mani rimangono giù, vi siete accarezzati la testa.  

Quindi l'attenzione è in grado di toccarci fisicamente.

A questo punto sono utili alcune domande:

Che tipo di attenzione rivolgo solitamente al mio corpo, a me stessa/o, alla mia persona?
Che tipo di attenzione chiedo o accetto ogni giorno?
Che immagine alimento ogni giorno mediante la mia e altrui energia (attenzione)?
Che tipo di attenzione, ossia tocco energetico, rivolgo alle persone che ho intorno, o con cui vengo a contatto?

Quando mi giudico, ingabbio questa fresca brezza in una spada tagliente, o la trasformo nelle sbarre di una prigione.
Quando accetto di essere compatito/a da qualcuno, sto accettando un colpo sulle ginocchia, e una carezza, alimentando la mia mancanza di libertà.
Quando metto determinate foto su un social network, sto chiedendo un determinato tipo di energia, che a livello sottile, inevitabilmente mi raggiungerà.
Che tipo di pensieri (attenzione con un contenuto e con una méta) rivolgo ai miei "cari", a coloro che amo, a chi voglio bene, a chi incontro per strada? Sono carezze o pugnali silenziosi?

Se rivolgo pensieri di rimprovero, se non gradisco delle azioni che una persona compie, e sono certo/a di avere un messaggio per l'altro, dicendoglielo, do la possibilità ad entrambi di crescere, e la parola, essendo accessibile ai sensi universalmente riconosciuti, può diventare una spada da cui l'altro si può difendere, se dovesse essere una spada, ed entrambi possiamo creare uno squarcio nel velo dell'inconsapevolezza nostro e dell'altro. 
Uscirne arricchiti o prendere consapevolmente distanze.

Ma se sono vicino vicino all'altro, e silenziosamente gli rivolgo pensieri poco piacevoli, non cresce nessuno dei due, e l'altro riceve costantemente dei colpetti più o meno forti a seconda dell'intensità dell'attenzione, tipologia di pensiero, e mia potenza energetica di base.

Ora, pensate solo per un istante cosa accade quando una persona parla male a più persone di una data persona, senza dire nulla alla persona interessata.
La persona in questione riceve energia sotto forma di attenzione da parte di più fonti.
Tanti tocchi sgradevoli... da più direzioni.
Se entrassimo nella concezione che mediante la parola il mittente sta arrecando un danno fisicamente tangibile, sotto forma di stanchezza, tristezza, o anche malessere fisico, comprenderemmo come mai questo flusso quando arriva a noi in quanto ascoltatori va fermato, spezzato.
(A meno che non possa diventare un messaggio socialmente utile).

Io decido, noi decidiamo in ogni istante cosa entra, cosa esce e dove va. 

Io, nel qui e ora creo il mio corpo, i miei pensieri, filtro le energie semplicemente mediante... la mia attenzione.

Il resto segue questo primo ed importante passaggio. 

martedì 13 marzo 2018

Meditazione per conciliazione di una scissione interiore

Ognuno di noi ha dentro di sè vari tratti di personalità. A volte, apparentemente, possono sembrare in conflitto. Una stessa persona ha vari aspetti, e in alcuni casi sembrano "litigare" fra loro.
Il Reiki può lavorare anche sulla conciliazione di questi aspetti, spesso rintracciabili anche in un tema natale astrologico.
Molto più semplice, senza alcun calcolo, può essere utile una meditazione mirata.
Possiamo ricordare due situazioni precise, anche brevi, in cui i due aspetti si sono manifestati.
Com'era la situazione? Chi c'era vicino? Cosa stavamo facendo? Dove?
Una situazione alla volta.
Visualizziamo di mandare luce all'intera situazione, e sopratutto a noi stessi in quella situazione. (Chi ha il secondo livello di Reiki, manda Reiki)
Poi, spostiamoci sulla seconda situazione, altrettanto viva.
Io... ero... sono.
Ora, le due persone che sembrano distinte si alzano, si abbracciano, e si fondono in una sola luce.
Al termine si potrebbe avvertire una vibrazione all'altezza del sesto chakra.

giovedì 8 marzo 2018

Auguri. La festa della donna.

Faccio i miei auguri a tutte le donne. Sottolineo tutte.
Non amo i post pubblicati da donne che dividono le donne in donne e meno donne.
Non hanno lontanamente inteso il senso della giornata e di tutte le conquiste fatte fino ad ora.
Dove. Come. Con chi. Quando una donna decide di vivere la propria vita privata, la propria bellezza, la propria sessualità non la rende meno donna. È una sua scelta, come è una scelta per un uomo.
Quando utilizzate determinati aggettivi o definizioni per una donna, rendete lecito, giustificabile un atto violento nei suoi confronti. Con una parola, partecipate.
Una donna non è la sua vita privata.
Una donna che utilizza dispregiativi tipicamente maschili per definire un'altra donna, forse, anche se "la da meno"...moralmente è un gradino più in basso. La sessualità dovrebbe cessare di essere criterio di valutazione... Una donna è donna, un essere con una dimensione privata e sociale. Quando una donna valuta un'altra donna unicamente in base al suo comportamento con gli uomini, nella sfera intima per sentito dire... Sta dicendo che una donna è la sua vagina.
Quindi sta dicendo di essere la propria vagina, che è stata al riparo per più tempo. Si sta autodefinendo per definizione " al contrario" ma sullo stesso piano.
Questo tipo di atteggiamento favorisce molti fenomeni come:
- cyberbullismo negli adolescenti su delle ragazze, in quanto spalleggiati da un'intera società
- suicidio nei soggetti più deboli
- isolamento sociale. Una persona può avere altre situazioni, ma non avere nessuno con cui parlare, perché classificata solo in base alla propria sessualità
- violenza. È dannoso anche per la donna che fa di tutto per non essere quello... Perché se un uomo la definisce con quelle parole, ecco che scatta il senso di colpa, lui ha ragione, ecc, lei si è allontanata, lui lecitamente poteva pensare che...e quindi...

Se un'offesa è riconosciuta socialmente come tale, ed è riconosciuto socialmente che questo è un criterio (spesso unico) di identità per una donna . Automaticamente, la donna, in sunto valutata dai più solo in base al suo comportamento sessuale, tende a perdere gli altri ruoli sociali... Ed ecco che un uomo si ritrova ad avere in mano gli strumenti per deciderne le sorti, nella sua mente perversa.
Perversa...quanto un'intera società che neanche si rende conto di un tacito consenso che gli dá. Ogni giorno.
Spero che piano piano le donne cessino di identificare se stesse ed altre donne con le parti basse... Che sono solo una piccola parte dell'identità. Non l'identità. Per gli uomini questo problema neanche si pone.

Riflettere.
Buon 8 marzo a tutte le donne. :)

lunedì 5 marzo 2018

Tra aspettativa e paura, chakra in ombra

Può capitare che alcuni aspetti della vita sembrino sfuggire di mano, non andare per il verso giusto.
Ognuno di noi ha i suoi periodi "no", quelli in cui tutto sembra andare storto, oppure i periodi molto gioiosi, o periodi di apatia. Ognuno col suo ritmo, crea, decodifica e vive la propria realtà in modo diverso.
Molti non si occupano di osservare la propria mente, le proprie emozioni, ma si limitano a vivere quanto accade. Eppure non tutto quello che sembra reale, lo è, molto spesso vediamo davanti a noi semplicemente la proiezione delle nostre aspettative o delle nostre paure.
Qualcuno spera vivamente di incontrare l'amore della sua vita.
D'un tratto ogni uomo o donna sembra proprio la persona giusta, l'anima gemella, quella che si invocava tanto nel proprio cuore. Un perfetto sconosciuto, viene investito di questo incarico. L'aspettativa può essere reciproca oppure no, ed ecco che piano piano inizia a crearsi la crepa tra aspettativa e realtà. La gioia vissuta in realtà non è un dono dell'altro, ma della nostra aspettativa che in quel momento recepisce solo il lato positivo della situazione. Mente limpida, aperta a tutto, pulita e un fiume di emozioni.
Se la stessa persona si trovasse nello stesso momento in uno stato di rifiuto del prossimo, di ricerca di solitudine, di avversione, di critica, di paura, la stessa identica persona... incontrata in questo particolare momento, non sarebbe l'anima gemella. Sarebbe un aggressore...una persona che varca confini, una persona che incute timore. La motivazione non cambia: le emozioni irrazionali in entrambi i casi sono generate dall'aspettativa. L'incontro con la realtà avviene più lentamente o più velocemente, ma difficilmente nell'immediato.
L'origine, l'inizio siamo sempre noi.
A livello energetico queste funzioni solitamente si distribuiscono su vari organi.
I reni sono, in particolare, una parte del nostro corpo molto delicata a livello di emozioni: la loro emozione ombra è per lo più la paura. I reni, sono collegati al senso di essere al sicuro, essere protetti, al senso di "pulizia" fuori e dentro, alla casa... al segno del Cancro nello zodiaco. Chi ha aspettative negative per il futuro, chi teme il prossimo, chi si sente molto sulla difensiva con buone ragioni, energeticamente avrebbe bisogno di lavorare sui reni. Il Reiki, in quanto energia intelligente, si dirige da sé verso questa parte del corpo.
L'aspettativa positiva invece? E' collegata allo stesso chakra, ma, davanti. Il chakra che in luce tende a creare un'aspettativa positiva, prevalentemente è il secondo. Il secondo infatti è collegato anche all'intestino, che fa ordine, distingue ciò di cui si ha bisogno e ciò che va fatto lasciare andare. Qui abbiamo la sede di tutte le nostre emozioni, e proprio per questo, spesso, è proprio la parte energeticamente più scarica o problematica, confusa.