lunedì 27 novembre 2017

Piccolo esercizio di pulizia del corpo emozionale

Nella vita di tutti i giorni, un rituale non è una candela accesa, non è qualche santino e neanche una preghiera.
E' un rituale anche ogni azione inconsapevole, che si prende per scontato che vada fatta ad una certa ora, in un determinato modo, o per un determinato motivo, magari anche ogni giorno.
E' rituale un pranzo o una cena per alcune famiglie.
E' rituale la sveglia alle 5, alle 6 o alle 8.
E' rituale l'azione che porta allo sviluppo di un malessere.
Lo spezzare le azioni abitudinarie, inconsapevoli, rendendole scelte consapevoli, utilizzando così il proprio tempo, ci dà energia.
Purtroppo... sono rituali anche le violenze tacite in alcune famiglie. E' rituale che ad una certa azione ne corrispondano determinate altre. E' scontato...normale...ovvio.
Questi ultimi rituali, a distanza di anni, quando terminano finalmente, lasciano scorie. Poi gradualmente il ricordo svanisce...ma non è proprio così, semplicemente è coperto da uno strato di polvere e sottilmente può iniziare a guidare una persona a delle azioni inconsapevoli, a paure apparentemente irrazionali... a rovinarsi ogni giorno la vita con le proprie mani, perché tutti i complici, proprio tutti (coloro che hanno agito, coloro che sapevano ma non hanno fatto nulla, coloro che hanno stimolato e così via), forse hanno cessato la propria azione esterna grazie ad una sua decisione, ma continuano a vivere dentro di lui sotto forma di pensieri, emozioni, paure...
Se si cessa di ascoltarli sotto questa forma, osservandoli, questi continuano a parlare mediante azioni inconsapevoli, ma azioni che tolgono energia.
Su un libricino sul Reiki ho trovato questo piccolo esercizio, ossia, rituale inverso e ve lo propongo.
Si trova su un libro Reiki in quanto questa pratica sblocca emozioni anche del passato, rendendoci consapevoli dei contenuti rimossi dalla coscienza che si sono ormai trasformati in corpo (somatizzazioni).
Se avete un brutto ricordo, o un'emozione che ne ha alla base uno, potreste decidere di prendervi del tempo per voi stessi, e iniziare a scrivere su dei fogli di carta tutto quello che sentite, che vi passa per la mente, senza curarvi della grammatica, della forma, che sia "presentabile". Proprio tutto. Potreste accorgervi che sul foglio inizia a comparire molto più di quanto vi aspettavate...Stare con un'emozione sgradevole non è semplice. Il foglio di carta diventa così una manifestazione fisica di quell'emozione, di quel ricordo, in quell'essenza, base di un qualcosa che turba il presente. Guardando, leggendo, vi potrebbero venire in mente sempre più cose. Può essere dedicato ad una situazione o ad una persona.
Quando sentirete che è completo, quando sentirete che siete pronti per liberarvene, potete fare il gesto fisico di bruciarlo.
Bruciando quel foglio, potreste alleggerire il vostro corpo emozionale. I fogli ovviamente possono diventare tanti nel tempo...e anche le ceneri.
(Non bruciate casa)

venerdì 3 novembre 2017

Cartomanzia a se stessi

Spesso si dice che non si dovrebbero fare le carte a se stessi, perché si è eccessivamente coinvolti in una situazione. Per un lungo periodo sono stata d'accordo con questa visione. Poi, ho imparato ad accettare la verità, ad abbandonare le aspettative. Oggi, fare le carte a me stessa mi aiuta ad osservare i miei limiti nella comprensione della realtà di tutti i giorni, a maturare nella comprensione della diversità di linguaggi che costituisce il velo del "prendere per scontato che..." inavvertitamente.
Fare le carte a me stessa, come strumento meditativo, mi ha insegnato a non prendere nulla per scontato.
Tuttavia per fare le carte a se stessi è necessario acquisire l'umiltà di accettare di aver sbagliato la propria valutazione "immediata" della realtà.
La sensitività non esime nessuno dall'essere un essere umano che in alcuni frangenti della sua vita proietta sulla realtà le proprie opinioni (ereditate inconsciamente) e le proprie aspettative.
Osservarle è utile per liberarsene.