E' folle l'umano che pensa di poter dominare le forze dell'Universo, che se ne sente padrone.
Al massimo, tali forze collaborano, danno la propria disponibilità.
La potenza del divino è bella e spaventosa assieme.
Bella come un fiore che sboccia, come un sorriso, come la guarigione, come un tramonto o le acque serene di un lago.
Spaventosa come un temporale, come un terremoto, come un vulcano che erutta, come un mare agitato e indomabile.
Spaventosa come un temporale, come un terremoto, come un vulcano che erutta, come un mare agitato e indomabile.
Come la Morte.
Capace di distruggere in un istante, di rompere un qualsiasi ordine umano, di scompigliare, di lasciare macerie o il nulla.
Capace di rimettere tutto a posto con un soffio di vento, con poche combinazioni di elementi ricreare un mondo intero... il nostro piccolo mondo e tanti altri.
Il Divino non è una delle due potenze.
Il Divino è entrambe.
In ogni istante.
E ci attraversa per intero, noi, scegliamo cosa manifestare, ma di base, c'è proprio tutto.
Non serve dargli un nome diverso solo perché fa un po' più paura o perché piace meno.
Il Divino è entrambe.
In ogni istante.
E ci attraversa per intero, noi, scegliamo cosa manifestare, ma di base, c'è proprio tutto.
Non serve dargli un nome diverso solo perché fa un po' più paura o perché piace meno.
Se c'è uno sbaglio umano che le divinità di nessun tempo, di nessuna scrittura hanno tollerato ... è quella che veniva definita dai greci "ybris" (si legge iubris), ossia la superbia dell'essere umano di fronte alla grandezza delle potenze divine.
Abbiamo potere solo su di noi e su quello che emaniamo, su quello che creiamo con la nostra scintilla di luce all'interno della nostra ombra.